Giornata mondiale contro l’omofobia e la transfobia: una buona notizia dal’Uganda

Oggi 17 maggio si festeggia la giornata mondiale contro l’omofobia e la transfobia, istituita per ricordare il giorno del 1990 in cui l’omosessualità è stata rimossa dalla lista delle malattie mentali stilata dall’Organizzazione mondiale della Sanità. E proprio in questa data arriva una buona notizia dall’Uganda.

Infatti è stata bloccata l’approvazione della cosiddetta legge “anti-gay” (Anti-Homosexuality Bill) che puniva con la pena di morte gli omosessuali sieropositivi sorpresi a fare sesso, con o senza precauzioni. E in una nazione dove l’omosessualità era già considerata illegale e punibile con 14 anni di prigione, questa è senz’altro una buona notizia.

Sottoposto a una intensa pressione, sia a livello locale che a livello mondiale dagli attivisti GBLT, il presidente del parlamento ugandese ha bloccato la legge anti-gay. Tuttavia il Guardian fa notare che si tratta di una sospensione temporanea, e che i pastori anglicani ugandesi, forti sostenitori del disegno di legge, potrebbero dare battaglia.

Oggi vogliamo ricordare che l’omosessualità è ancora considerata illegale in gran parte dei paesi africani, dove sono ancora in vigore leggi che violano i diritti degli omosessuali, e che sono state introdotte nel periodo coloniale.

L’omofobia è un’eredità che l’Europa ha lasciato alle ex colonie come l’Uganda, insieme alla religione. La Chiesa infatti continua a sostenere con forza una legislazione anti-gay, pur dichiarandosi contraria alla pena di morte. Perciò è probabile che, anche se la pena di morte verrà definitivamente cancellata, niente altro sarà fatto per cancellare la discriminazione di cui è vittima la comunità GBLT in Uganda

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