Zentai: il feticismo adatto ai più timidi

C’è chi la chiama arte e chi invece chiama lo zentai un feticismo. Noi, occupandoci di erotismo, lasciamo largo spazio alla seconda definizione forti anche di una seconda spiegazione, più ufficiale, che battezza lo zentai come il feticismo alla portata di tutti.

Ma che cos’è lo zentai? Per aiutarvi a comprendere meglio, e magari a interpretare voi stessi, questo curioso feticismo erotico, abbiamo pensato di parlarvene e di allegare, al fondo dell’articolo, un video di questa bizzarra arte sessuale.

Per praticare lo zentai a casa non è necessario avere molti strumenti: tutto ciò di cui si ha bisogno è infatti una tuta, molto attillata, da indossare sopra al corpo completamente nudo. La tutina dovrà essere colorata o in tinta unita nelle tonalità che volete o addirittura ispirata a un travestimento che voi, e il vostro partner, ritenete particolarmente accattivante.

Nello zentai è il corpo totalmente fasciato la vera arte di seduzione tanto che neppure il vostro viso dovrà essere svelato: la vostra tuta vi ricoprirà totalmente, dalla testa ai piedi, senza lasciare che la vostra pelle rimanga a contatto con il vostro partner poiché tutto si svolge tre due corpi che hanno perso la loro connotazione umana per diventare ciò che vogliono essere. E’ infatti la libertà il vero punto di forza dello zentai: i protagonisti scelgono di provare piacere non dalla penetrazione, dalle sensazioni che nascono dallo sfioramento o dal contatto visivo, ma solo dall’avvicinarsi di corpi che si sfregano e dal calore che si crea tra due persone.

La vera libertà di questa arte erotica di origine giapponese nata negli anni ’80 è proprio questa: vivere un’area della sessualità innocente, fondata solo sui sospiri e dal tocco di mani, gambe, glutei, pancia che, racchiusi dentro ad un vestito, rendono la dimensione sessuale un evento sovraumano, qualcosa di alieno, irreale. Il feticcio, per gli amanti dello zentai, è la libertà di essere chi o cosa si sceglie di essere e di condividerlo con qualcuno, oltre che con noi stessi.

[Photo Credits lagonie.com]

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