Il porno femminista visto dall’interno: Dylan Ryan

porno femminista dylan ryan

L’occasione viene offerta da Dylan Ryan e da una sua interessante intervista rilasciata a Jezebel.com: come è il porno femminista visto dall’interno? Abbiamo parlato spesso del tema grazie ad Erika Lust, una delle registe  più conosciute del genere qui in Europa, ma vedere il tutto con gli occhi di un’attrice non ha prezzo.

Dylan Ryan è ancora giovane ed ha sviluppato la sua passione per il porno femminista nel corso di uno dei suoi tanti lavori: quello di commessa in un sexy shop. Lavorare in un contesto del genere l’ha messa per forza di cose a contatto con il mondo della pornografia tradizionale. Come spesso accade quando il porno è prodotto e creato da un punto di vista strettamente maschile, alle donne sembra una mistificazione, un qualcosa di falso e per niente eccitante. Come lei, anche l’amica e collega  Shine Louise Houston la pensava allo stesso modo. Tra le due nacque per gioco una promessa: se Shine fosse riuscita a produrre un suo film, Dylan avrebbe partecipato come protagonista. Ci credete se vi dico che tempo due anni e la ragazza si è trovata su un set con altre “novelle pornostar” di entrambi i sessi per girare il suo primo film?

Quando parliamo di porno femminista, ricordiamolo, non vi entra il femminismo come corrente di pensiero politica e sociale: viene definito in questo modo un film pornografico che incarna il sesso nella sua realtà e nella sua natura più vera, priva di artefatti e di quella “perfezione preconfezionata” che spesso si riscontra nel “mainstream porn” nei tacchi a spillo delle donne e nelle loro tette rifatte.  Non si tratta di porno amatoriale, tutt’altro: ma di sicuro è molto più realistico della gran parte delle pellicole pornografiche tradizionali.

Dylan Ryan, nonostante la sua giovane età è  il simbolo di questo porno che strizza l’occhio alle donne, affronta BDSM e transessualità e che esprime a tutto tondo il sesso. Senza troppi pregiudizi o false pretese. Un porno da tenere d’occhio.

Condividi l'articolo: