Racconti erotici: Il potere infetta un germoglio di senso

Appuntamento ogni domenica e lunedì con i “Racconti Sexisti” di Miss Lucy

Fa male vero? I miei solchi sulla tua schiena, sono germogli che nascono per donare colori di senso, in un campo dove nessuno sa e conosce, dove tutti tendono a non spogliarsi e a nascondere varie somiglianze con il mondo. La tua crocifissione è la mia maledizione, lì dove i tuoi polsi sono chiusi da manette, e lì dove tu non puoi sottrarti al mio volere… al mio potere. Le tue mani sono libere al selvaggio venire, e si muovono di spasmi in penombra, come se tutto fosse già un ordine conflitto e inflitto. Gioco con gli aggettivi che di naturale ampiezza mi donano armi. Sei girato e immobilizzato al muro, in piedi davanti a me, che attendi la mia corte, il mio lacerare di spinte. Una Mistress Sexista ha lo sguardo che ipnotizza il tuo girarti, come se nessuno vaga intorno a te, se non il mio essere.

Fa male vero? Coltivare i germogli di senso con il mio potere infettato, ti rende sfibrato di vergogna e perverso a smaltire. Amo frustare i miei schiavi, mi eccita molto, è uno sfogo che rende il piacere in una sistematica riuscita. La mia provocazione ammette la gloria che allevo, che cresce sempre di più. Voltati, è arrivato il tuo momento, a ritmo di musica mi concentro e interpreto le note con le mie linee sparse sulla tua schiena e poi in tutto il corpo. Compongo la melodia e il ritmo che parla di frenesia. La mia Sissy Maid mi porta l’occorrente al preziato, una frusta Sexista con taglio unico, studiata e costruita solo per me, in onore delle mie rivolte. E’ erotismo la mia lampada dei sogni, la candela magica che mi dà luce.

Ti getto una rosa di spine, affinchè possano ampliarti e apriti al dolore. Danzo intorno a te, dietro di te, tu, schiavo bollente di peccato, con la maschera non osi svanire e ti getti a venire. Il tuo duro è evidente, e io non ho ancora iniziato. Il primo colpo ti aiuta a ricordarti di me, ma mai credo che tu mi hai dimenticata, ricorderai sempre il mio tocco e il suono della mia arma. Ho il potere che insiste ad accogliere piume e ventri, ho il potere che non molla il lutto di agire. Perversa mi sento osannata e appagata. Le altre levigazioni avvengono con forza più annunciata, il mio frustare si fa sentire con più precisione. Non ho sete ma fame di sangue, di lividi che straziano e piacciono. Ingannata dalla musica continuo ancora e ancora a dipingere la mia opera d’arte, con movimenti serviti come solo una brava Mistress sa fare. Tu, schiavo non implorarmi di smettere, so io quando voglio smettere il mio fulcro a reame.

Fa male vero? Il potere infetta un germoglio di senso, come una strada che gira su mille vie, dove nessuna è giusta da percorrere. Il mio quadro lo appendo di agonia, perchè uno schiavo deve sentirsi inutile da avere ma utile da guardare.

[N.d.a. Potete leggere altri miei “Racconti Sexisti” sul mio blog]

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