Pornografia: quando la protagonista è l’infermiera

horny nurseOggi voglio parlarvi di una figura davvero importante nell’immaginario collettivo pornografico: l’infermiera. Sogno proibito di molti, decantata in modo più o meno hot, questo personaggio è usato ed abusato sia nei normali canali pornografici, sia negli hentai. Sembra proprio che per definizione la donna in questo ruolo debba fregiarsi del ruolo di “vera porca”.

Sia che le si dia un ruolo da crocerossina in tal senso, sia che ci si impegni a darle un connotato differente, l’infermiera si presta bene a coadiuvare la fantasia erotica delle masse. Ma il must, e su questo c’è da metterci la mano sul fuoco, si ottiene quando all’infermiera sexy si aggiunge anche la componente “visita ginecologica”.

A meno che non vi sia capitato di entrare, per qualsiasi motivo in un sito che unisca questi due fattori, credetemi, non avete nemmeno idea di cosa stiamo parlando. Perché in quel caso anche una donna di tendenza eterosessuale rischia di rimanere a bocca aperta senza riuscire a proferire parola. Visualizzare un video in tal senso  da quasi l’idea di assistere ad una lezione di anatomia, tolti i gemiti di sottofondo.

National Geografic al cospetto quasi diviene un produttore di documentari di terza categoria. Date un divaricatore ad una attrice porno e smuoverà il mondo.

Non esiste un personaggio più malleabile dell’infermiera dal punto di vista pornografico. E la visita ginecologica… beh, posso solo dirvi che la vagina smette di avere segreti. Ed anche il collo dell’utero. Se si è arrapati e interessati al tema, il tempo passato a visionare tale materiale è ovviamente ben speso. Al contrario non si può fare altro che apprezzare l’anatomia umana in tutta la sua bellezza.  Perché la prima considerazione che il cervello è in grado di partorire è solo ed esclusivamente un “wow, ti devono pagare davvero tanto se riesci a fare questo!”

Boutade a parte, l’infermiera è sexy per definizione. E sul perché, non c’è poi tanto da pensarci.

Photo Credit | Thinkstock

Condividi l'articolo: