Go topless: manifestazione di donne a seno nudo

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Quando si parla di diritti e di nudo, si rischia sempre di finire su un terreno minato. Un esempio? Parliamo del topless. Per molti di noi, in alcune realtà balneari in particolare, questo diritto appare come scontato: esso non viene perseguito dalla legge. In altre parti del mondo non è così: è per questo che è nato il movimento Go Topless, che lo scorso 26 agosto ha manifestato a seno nudo per le strade di tutta l’America.

Si è infatti celebrato il “Go Topless Day”:  le attiviste dl gruppo, come ormai fanno da diversi anni, hanno ribadito il diritto della donna di girare a capezzoli al vento, così come viene concesso agli uomini. Potrà sembrare una protesta inizialmente stupida, ma se viene affrontata nel profondo, in realtà l’unico problema consta nella morale che guida in modo sostanziale la maggior parte delle norme che riguardano il pudore.  E’ vero: anatomicamente le donne e gli uomini nel busto sono fatti in modo differente. Perché però condannare la visione del capezzolo sono negli esponenti di sesso femminile e vietare il topless?

Sono state migliaia le donne scese in piazza lo scorso 26 agosto. Migliaia di seni al vento, più o meno grandi e di ogni foggia che hanno richiesto a gran voce il loro diritto ad essere esposti. In alcuni luoghi le donne che si mettono in topless possono addirittura finire in carcere. E’ per tutte loro che il movimento si batte, dando vita ad una manifestazione annuale ed a diverse iniziative sul breve termine e capillarmente sul territorio. Non si parla di naturismo, ma del semplice desiderio delle donne di poter prendere la tintarella integralmente sul busto senza rischiare conseguenze penali.

Sono state trenta le città statunitensi che hanno visto sfilare donne nude per metà e almeno dieci in tutto il mondo. Per combattere la morale retrograda vi è bisogno di azioni forti: è stato dimostrato così ancora una volta che un seno nudo non fa male a nessuno. E per inciso, sono stati molti gli uomini che hanno partecipato esibendo un improbabile bikini di solidarietà.

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