Racconti erotici: Eclissi in stato di Luna

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Appuntamento ogni domenica e lunedì con i “Racconti Sexisti” di Miss Lucy

Avrei potuto ucciderti e la mia intenzione era quella. Cullarti di dignità era uno sfregio che avrei voluto vedere. Sono stanca di essere amante della maledizione che oscura il presagio, voglio di più e voglio solo te. Sono ossessionata di averti per me e non dividerti con nessuno. Sei l’uomo dei miei guai e io sono la donna che ti porterà alla fine. Ti ho legato e bendato, tu pensi che sia un altro dei miei giochi, ma stavolta se non rispondi giustamente alle mie domande, il mio senso ti spingerà alla morte. Il sangue ha il colore di rosso che io accolgo sempre con disinvoltura.

Non sono pazza, ma maligna di obliquità. Ora inizia la danza dell’affanno, quello che tra un pò non avrai più. Voglio che mi dici che sono solo tua, che sei solo mio, che avremo un futuro insieme e nessuno ce lo impedirà più. Voglio desiderare di volerti e distruggere chi ostacolerà il nostro percorso. Sono malata e cattiva alla noia, all’abitudine, al coraggio, alla parzialità, a infettare, a escogitare, a elogiare, ad accontentarsi alla rassegnazione.

Sono stanca di aggrapparmi a una salvezza che non esiste, se non la creo io stessa. Ora è giunto il momento di contare i minuti insieme, mostrami il nostro destino e non te ne pentirai. Ti bacio con il mio fare prolifico, mi siedo a gambe aperte sopra di te, che poggi il tuo sedere sulla misera sedia legata al tuo corpo. Sei eccitato e il tuo duro sta comandando la via d’uscita. L’orgasmo non può tacere se sa di non poter esistere più. Tu sei incosciente al momento e non pensi che il tuo respiro cesserà al moto incline. Mi muovo di te e su di te, ma non voglio darti la soddisfazione di entrare nel mio bagnato.

Perversa alla sostanza non mollo di alternanza. Ti bacio e continuo a farlo mentre ti graffio la schiena. La mia danza continua di regali, come uno straziante rito al giungere. La luna stanotte segna i segni, scritti di luce che donano buio all’irregolarità e tu affoghi nel tuo sospiro interrotto. D’un tratto non ti sento più, mentre ti bacio…Starnutisco, allergica ai granelli, e ti guardo, immobile al mio sguardo. Ora non parli più, la tua eclissi ha compiuto l’ennesimo giro. Il mio tacco ha compiuto la sua missione, sei caduto dalla sedia trafitto in petto dalla mia punta inserita per accoglierti. Ti sei appoggiato distrattamente a un punto debole, la mia altezza mi dona gloria in questi stati.

Quante volte mi hai scopata come un uomo forsennato a distruggere. Volevi solo quello, ma non capivi il mio astuto particolare. C’è chi viene e chi va, gli uomini sono stupidi a sbavare dietro donne che si lasciano usare. Credevo che il cervello venisse da sopra, ma come tu hai usato me, io ho usato te. Sono io a imporre la fine, sono io a chiudere il capitolo.

[N.d.a. Potete leggere altri miei “Racconti Sexisti” o acquistare il mio libro “Diario di una Sexista” sul mio blog]

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