Fisting, cosa c’è davvero da sapere

Il fisting è una pratica di sesso estremo che consiste nel penetrare una persona, invece che con il pene o con un sex toys, attraverso l’uso di una o due mani contemporaneamente. Non è assolutamente, come appare palese, un gioco.

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Ci vuole allenamento ed una certa predisposizione anche fisica per praticare il fisting. Serve una preparazione adeguata della parte che verrà penetrata se non si vuole incorrere in problemi muscolari o ritrovarsi in un pronto soccorso vittime di una pessima emorragia. I muscoli devono essere elastici abbastanza da poter consentire il passaggio della mano, sia essa chiusa a pugno o meno.

Va messo subito in chiaro: non tutti hanno il fisico adatto. Detto questo specifichiamo che la pratica del fisting si può eseguire sia da soli che in coppia: quest’ultima “versione” è ovviamente la più diffusa. Si hanno il fister, colui che inserisce ed il fistee, quindi colui che riceve. Non bisogna dimenticare poi che esistono due tipologie di fisting: quello anale e quello vaginale. Entrambe le tipologie sottintendono  alcuni rischi: graffi, emorragie ed in alcuni casi, se non si presta attenzione, si può arrivare addirittura a danni all’addome. Bisogna essere delicati e puliti: anche in questo caso vi è infatti il rischio di malattie ed infezioni.

Ad essere particolarmente interessate negli ultimi tempi sono le donne che, quando intervistate in tal senso rispondo che a spingerle verso questa pratica di sesso estremo sono in particolare la sensazione di intimità e quella di sentirsi “piene” e complete. Il tutto, ovviamente condito da un orgasmo da perdere la testa.

Photo Credit | Thinkstock

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