Racconti erotici: Numeri Sexisti

Appuntamento ogni domenica e lunedì con i “Racconti Sexisti” di Miss Lucy

Non dovevi recuperare il tuo stato? Ma dove sei? E’ allettante la proposta che mi hai fatto, tutti noi soli in una stanza. Decisamente apprezzabile il miscuglio del nostro canto, fuso con ardori e odori e tepori. Ho vissuto troppo tempo chiusa dentro me stessa, ora voglio godermi lo strazio di essere padrona dei miei istinti, di farmi dominare da invadenti. Uomini e donne, per me non esiste la monotonia, per me siete solo numeri di una pazzia, uguali ma diversi. Mi sciolgo il vestito e nel buio sento troppe mani che toccano la mia pelle, e vanto l’inghiottire di umani stili. Mi sono persa, sto decidendo di abbandonarmi completamente al gioco, all’incantesimo che ora non fugge più. Godo essere apprezzata, egocentrica della mia parte più squilibrata, un uomo sta scoprendo la mia “Testa Rossa” con le sue mani, dietro di me, sento il caldo duro di un corpo in mira, così come davanti, di fianco e nel giro e in giro. Lasciatemi respirare, ma fatemi godere.

Racconti erotici: Fetish Sexista

Appuntamento ogni Domenica e Lunedì con i “Racconti Sexisti” di Miss Lucy

Ti stavo cercando e ti voglio ai miei piedi, ora. Io non cerco mai nessuno ma colgo il momento e faccio in modo di farmi trovare pronta. Dove sei stupido repellente smorfista ingrato? Ho il mio orgoglio da Sexista che divampa da lati scuciti di pelle. Ho voglia di farmi adorare e di essere al centro dell’attenzione, più sublime e plateale. Mi guardi e ti mostri sterile a me, padrona del tuo essere, del tuo percorso di uomo sottomesso. Sono stanca di aspettare e attendere il passo, voglio accorgermi di pensare ancora. Ti inginocchi ai miei tacchi e io ammiro le tue mani. Ti atteggi alla pelle di una scarpa lucida e nera di vanità, e lucidi la bellezza dell’odore che ti dà. Sei appagato dalla morbidezza del mio stare e ti bagni di inondazione assistita.

Racconti erotici: Miss Sexista

Appuntamento ogni domenica e lunedì con i “Racconti Sexisti” di Miss Lucy

Stavo firmando autografi e conosco un mio fan, un giornalista pazzo per le mie parole. Era molto educato e ironico, una persona che non tira discorsi scontati, ma destreggia il punto. Mi offre un aperitivo e io ammiravo la sua eleganza nel suo fare e ci immergiamo in discorsi di poesia. Mi accompagna in hotel e io da scenica provocatrice gli porgo l’intesa di seguirmi. Mi sentivo leggera e delicata e quella sera avevo una sensazione di purezza. Entriamo in camera, lo guardo di intensità e mi avvicino toccando le sue labbra con le mie, mi piaceva il suo sapore e iniziamo a giocare con la nostra lingua. Lui mi stringe a se prendendomi i fianchi, con tocco deciso da cacciatore che cattura la sua preda. E’ difficile stupirmi, lui c’era riuscito con estrema morbidezza.

Racconti erotici: Libertà Sexista

Appuntamento ogni domenica e lunedì con i “Racconti Sexisti” di Miss Lucy

Mi ero riscoperta selvaggia e malvagia nei confronti del mio animo sessuale. Sentivo che il mio corpo lasciava onde di gocce alterne, come se qualcosa dovesse inondare il mio spazio, ed io avrei nuotato nell’acqua che mi avrebbe bagnata. Mi sentivo aggressiva e pericolosa, sono stupita delle mie stesse azioni ma non ho paura, non ho timore di agire, perchè io sono così, istantanea alla scoperta. Alla festa c’erano tutti e due, lui e lei, che mi cercavano, che erano lì per me, per rivolgere atteggiamenti opachi di infermità. Volete cogliere il mio senso? Sarete puniti per volervi avvicinare a me, sono selvaggia e maldestra, calma e sfinita, semplice e complicata nella mia particolare esistenza. Lui cercava l’attesa, lei viene incontro alla mia tolleranza e mi bacia infinita di orgoglio. Ho la sensazione di essere allagata, stordita d’un tratto e di ritrovarmi sola, con solo il buio intorno.

Racconti erotici: Istinto Sexista

Appuntamento ogni domenica e lunedì con i “Racconti Sexisti” di Miss Lucy

Apro la porta, non ti aspettavo e mai avrei voluto farlo. Rimani lì in piedi davanti a me, che sono vestita di indumenti fino al collo, ricordi che non amo il freddo? Cosa c’è, che sei venuto a fare? Vorrei spazzarti via dalla mia mente, dai miei sogni, dalla mia visceralità, vorrei non averti mai incontrato nel mio percorso di vita. Inizi a parlare tra il buio di un pianerottolo e l’eco dello spazio. A bassa voce mi stai ancora corteggiando, risvegli quell’istinto che tu hai forza di attirare.

Ho voglia di distruggerti, di farti male con le mie stesse mani. Ho voglia di fare sesso con te, di una continuità che non immagini…Dovevo stare attenta a non farmi toccare o il freddo mi avrebbe abbandonata. Cerchi di avvicinarti, ma io vorrei evitare la tua presenza e decisa ti dico di sparire. Tu sai leggermi negli occhi e cerchi le mie debolezze, tu conosci troppo di me.

Racconti erotici: Corde Sexiste

Appuntamento ogni domenica e lunedì con i “Racconti Sexisti ” di Miss Lucy

Cosa fai, mi guardi? Osservi la mia dimestichezza nel crocifiggerti? Una spina sa fare male con il suo sangue e tu, sei lì immobile e dolente. Adoro gli occhi, li guarderei all’infinito, è un mio debole, un mio punto… debole. Sei la mia schiava e io sono schiava di te. Due donne conturbanti nel diventare, possono solo sconfiggere cieli che non hanno più colore. Non ti lamenti dei miei legamenti, ti piace quando non riesci più a muoverti, ma ancora puoi farlo. Hai le gambe aperte, come sintomo di rifugio, che vuoi da me. Ho deciso di non godere di te, anche se la voglia che preme è tanta. L’uccello vola anche quando non ha ali. Non togliamo lo sguardo al di fuori del nostro spazio, lo spazio calcolato dalle pupille. Tu vuoi essere toccata da me, ma non ti lascio vincere. Voglio ancora restare con la mia immaginazione di averti già assaggiata.

Racconti Erotici: Bendata

Un racconto inedito di Cristiana Danila Formetta

Sento la tua voce che mi ordina di tendere di più le braccia, fin sopra la mia testa. Così è più facile, dici, legarmi i polsi alla testata del letto.
Tu adori questo letto antico, con le alte sbarre in ottone, una via di mezzo tra l’alcova di una principessa e una prigione. Ma non c’è prigione, se resta ancora una via di fuga. Per questo hai detto che volevi rendere le cose più difficili.
Vuoi bendarmi, ma la sciarpa di seta che hai scelto per me, non fa onore alla tua intelligenza. È trasparente, e se provo a sollevare le palpebre posso vedere il tuo corpo in controluce. Vedo le spalle larghe e il tuo torace ampio che mi sovrasta mentre, con delicatezza, stringi di più la benda, fermandola con un nodo proprio dietro la mia testa. Vedo la tua fronte alta, il cranio rasato con cura, vedo perfino la catenina d’argento che ti ostini a portare al collo.
Ti ho già detto che quella ridicola collana ti fa assomigliare ad un marinaio turco?
No, non l’ho fatto. Non potrei mai dirti che stai sbagliando tutto, ora che ti affanni a completare il tuo piccolo capolavoro. Ma io ti vedo, e non mi sfugge quella piccola ruga sulla fronte, che si è formata quando hai stretto la corda che mi ferma le caviglie, con troppa forza ed entusiasmo.
Mi hai sentito gridare amore mio?
Ti è piaciuto?
Sì, certo. Ma per un istante hai avuto anche paura.
Hai paura di farmi male, perché nel tuo cuore questa è l’ultima cosa che desideri.
Nel cuore da lupo che tu hai, e che a me sempre si rivela, a dispetto dei travestimenti che porti, della sicurezza di cui ti fai vanto, del sarcasmo, delle parole sprezzanti che mi getti addosso nei momenti di collera. A dispetto perfino di questa benda che mi copre gli occhi, io vedo ancora il tuo cuore che sanguina come un animale ferito. Un animale in trappola.
La tua trappola.

Ti sfili la T-shirt nera con un gesto che trovo troppo plateale. Poi slacci la cintura, e con un movimento rapido la fai scivolare fuori dai passanti dei jeans. Arrotoli un’estremità attorno al polso, e nascondi la fibbia all’interno della mano. Poi ti fermi a ancora a guardare la tua opera. Esiti. Ma all’improvviso arriva il primo colpo. La striscia di cuoio si abbatte sul mio ventre, lasciandomi una ferita in diagonale, che parte da sotto il seno e arriva a lambire l’ombelico. Non ho nemmeno il tempo di gridare che subito arriva il secondo ad accompagnare, parallelo, il primo. Il terzo mi sferza una coscia. Il quarto, il più doloroso, è troppo vicino alla faccia, e fa un rumore secco, come di castagne che scoppiano sul fuoco. Il quinto è fuori dal tuo controllo. Hai lasciato andare la fibbia troppo presto, e il metallo mi lacera uno zigomo.

Racconti erotici: Schiavo e padrona sexista

Appuntamento ogni domenica e lunedì con i “Racconti Sexisti” di Miss Lucy

E’ implacabile ormeggiare di stile come fai tu con il tuo buio, e non puoi aver paura di cadere inondando la luce. Ora sono tenera di impavidi e luridi sorsi, quelli che ritrovano la quiete in un brillar di attesa. Ci piace il gioco dello schiavo e padrona, ci diverte infliggere lame di virtù. Sono sintomi e schegge che si lasciano intimorire. Sono degna della tua nullità, uomo che niente vali e non meriti gloria e peccato. Sei a terra sotto di me e baci i miei alti tacchi. Ti calpesto perchè sei un’infame dignità che gode a soffrire. L’erotismo è estremo quando il tempo morde, quando le ombre non hanno richiami di lividi. Ora alterno il mio peso al tuo, appagata è la mia saggezza al tuo respirare. Non muoverti finchè non te lo dico io, devi ubbidire e non emettere suoni. Vuoi essere umiliato e distrutto, perchè inferiore tu sei, inferiore sempre sarai. Il mio orgoglio di donna ti lascia segni di dominanza, la mia padronanza che infetta il tuo stato.